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NUOVI CONTAMINANTI EMERGENTI NELLE ACQUE

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Pubblicato da in Savìga Purificatori d'acqua potabile ·
Nuovi contaminanti emergenti nelle acque.
 
La legislazione che regolamenta la qualità delle acque destinate al consumo umano è uno scenario in continua evoluzione, un quadro normativo che si aggiorna in funzione:

•  delle conoscenze scientifiche, attraverso cui è possibile stabilire  l’impatto che hanno sulla salute umana i vari elementi presenti  nell’acqua potabile;
• delle tecnologie di indagine, strumentazioni  sempre più sofisticate che consentono di individuare nell’acqua le  sostanze presenti in concentrazioni sempre più piccole;
• dei processi di trattamento dell’acqua negli impianti di potabilizzazione.

La nuova direttiva europea sulle acque destinate al consumo umano.

Le  conoscenze scientifiche stabiliscono la valenza sanitaria di una  sostanza, mentre le moderne strumentazioni di laboratorio consentono di individuare la presenza di inquinanti impercettibili alle apparecchiature del passato. La  presenza di particolari attività industriali motiva la ricerca di  specifici contaminanti in determinati territori e l’utilizzo di reagenti  chimici in ambito acquedottistico può causare il rilascio nell’acqua di sottoprodotti indesiderati, che vanno monitorati e contenuti entro i limiti di legge. Le  motivazioni che portano alla valutazione di nuovi parametri nel  giudizio di qualità di un’acqua potabile sono quindi molteplici.
Nel febbraio 2018  è stata presentata la bozza avanzata della nuova direttiva europea, che  apporta sostanziali modifiche alla direttiva 98/83/CE attualmente in  vigore. Entro un anno gli stati membri dovranno fare le loro osservazioni per consentire la stesura del documento finale.

I nuovi inquinanti nelle acque.

Tra i cambiamenti più importanti previsti dalla nascente direttiva c’è l’introduzione di nuovi parametri riguardanti inquinanti emergenti presenti nelle acque:  cloriti e clorati, PFAS, interferenti endocrini (BPA-bisfenolo A,  nonilfenolo, beta-estradiolo), acidi aloacetici, microcistine, uranio e  legionella.

Il clorito ed il clorato sono  sottoprodotti tossici derivanti dalla disinfezione con biossido di  cloro, si tratta quindi di sostanze sempre presenti quando viene usato  questo reagente per il trattamento di ossidazione/disinfezione  dell’acqua del rubinetto.

PFAS sono sostanze  perfluoroalchiliche ampiamente utilizzate a livello industriale per la  produzione di numerosi prodotti, tra i quali i tessuti in Gore Tex e la  teflonatura delle pentole antiaderenti. A causa della loro elevata  persistenza ambientale si possono trovare anche in zone remote rispetto  ai siti di lavorazione, come nel caso del Veneto, dove la presenza di  queste sostanze è diffusa nelle acque sotterranee.

Gli interferenti endocrini  rappresentano una famiglia estremamente vasta di sostanze, assai  diffuse nelle acque seppur in concentrazioni modestissime, che possono  avere effetti negativi sulla salute umana a causa della loro capacità di  interagire con il sistema endocrino, alterando le normali funzioni  ormonali. Le conseguenze possono causare tumori, difetti (teratogeni)  alla nascita, alterate capacità riproduttive e altri disturbi dello  sviluppo in relazione all’apparato bersagliato dai singoli interferenti.  Recentemente (2015) The Endocrine Society ha pubblicato una  dichiarazione sugli interferenti endocrini citando specificamente  l’obesità, il diabete, la riproduzione femminile e maschile, tumori  ormono-sensibili nelle donne, il cancro alla prostata nei maschi,  patologie tiroidee e dello sviluppo neurologico e neuroendocrino come  bersagli biologici dell’essere esposti agli interferenti endocrini.

Gli acidi aloacetici  sono sottoprodotti della disinfezione che si generano dall’interazione  del sodio ipoclorito con la materia organica naturalmente presente  nell’acqua (ad esempio alghe), si tratta di sostanze molto diffuse  nell’acqua potabile visto l’ampio utilizzo di questo reagente in ambito  acquedottistici. Le alghe, che si trovano comunemente nelle acque  superficiali, possono svilupparsi esponenzialmente in condizioni  ambientali favorevoli (temperatura, pH, presenza di nutrimenti) e  produrre microcistine, che tra le cianotossine sono le più diffuse e in grado di causare disturbi gastrointestinali.

L’uranio  è un elemento radioattivo, il cui pericolo nei confronti della salute  umana non è dovuto alla radioattività emessa, troppo modesta nelle  concentrazioni con cui l’elemento può trovarsi nell’acqua, bensì alla  sua tossicità.

Alla specie microbica legionella  appartiene una vasta famiglia di batteri, tra i quali il più pericoloso  è il ceppo pneumophila. Normalmente presente negli ambienti acquatici,  il batterio può essere veicolato attraverso le condotte cittadine degli  impianti idrici, negli edifici, nei serbatoi, nelle fontane e nelle  piscine, tutti ambienti che possono favorire la proliferazione del  microrganismo, soprattutto in condizioni caldo-umide, creando un  potenziale rischio per la salute umana a causa delle complicazioni a  livello respiratorio che può generare per inalazione. In Europa  l’incidenza è stimata in 11,4 casi ogni milione di abitanti, ovvero 6000  casi/anno, con un tasso di mortalità del 10% (Utilitalia, 2017).

La nuova direttiva ne prevede il controllo per il contenimento del rischio nei sistemi di distribuzione domestici.

La tabella mostra come gli inquinanti emergenti previsti dalla nuova direttiva, indipendentemente che abbiano un’origine naturale o di sintesi, possono avere effetti negativi sulla salute umana. Fortunatamente, per ognuna di queste sostanze, esiste una tecnologia efficace.
Il  rispetto delle nuove disposizioni di legge richiederà un rinnovato  coinvolgimento dei gestori del servizio idrico, dei laboratori d’analisi  e delle aziende produttrici di impianti per il  trattamento dell’acqua, queste ultime con un ruolo determinante nella  fornitura di soluzioni impiantistiche adeguate.

Esistono quindi  diversi tipi di contaminanti, alcuni dei quali ancora non regolamentati  per legge, per i quali può essere opportuno, in alcuni casi, già  intervenire.
L’acqua del rubinetto è controllata e sicura per i parametri previsti dalla Legge e può essere ulteriormente migliorata con idonei sistemi di trattamento al punto d’uso,  per eliminare retrogusti sgradevoli e quelle impurità che si possono  trovare, ad esempio, nell’ultimo tratto del sistema di distribuzione o  per i quali la Legge ancora non fornisce chiare indicazioni. E’ come  dotarsi di un’assicurazione ulteriore sulla qualità dell’acqua che  usiamo in casa.




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